Perché pubblichiamo sul nostro sito "Dicionário do Guineense" di p. Luigi Scantamburlo? Per condividere la sua aspirazione a dare un'identità linguistica ad un Paese multilingue come la Guinea Bissau e per sostenerlo nell'impegnativo cammino che ha intrapreso realizzando un primo lusinghiero risultato nelle scuole autogestite dell'isola di Bubaque, nell'arcipelago delle Bijagós, dove il programma didattico prevede l'insegnamento bilingue Criolo Guineense - Portoghese: gli alunni apprendono a leggere e a scrivere in Criolo e poi passano all'apprendimento del Portoghese come seconda lingua. Il Portoghese é insegnato oralmente a partire dalla seconda classe elementare e come scritto a partire dalla terza elementare, quando gli alunni sanno già leggere e scrivere in Criolo.
Raccontiamo brevemente della scuola in Guinea Bissau: l'educazione prima del colonialismo in questo Paese, come in altre parti dell'Africa, si basava sull'interiorizzazione di norme, di valori e di conoscenze utili alla sopravvivenza della comunità. Gli anziani erano il fulcro di questo sistema educativo che funzionava per tutti in ogni momento della giornata, per tutta la vita divisi in classi di età. Il sistema scolastico, in senso occidentale, fu introdotto alla fine del1'800 dai colonizzatori portoghesi con l'intento di "disafricanizzare" le popolazioni indigene imponendo loro cultura e tradizioni europee. L' Occidente non si è mai preoccupato della "psicologia" dell'uomo africano, delle sue tradizioni e della sua organizzazione sociale. Solo quando iniziò la lotta di liberazione nazionale, nel 1959, con Amilcare Cabral si cercò di dare un diverso indirizzo all'istruzione con le "escolas do mato" (scuole della foresta, all'aperto).
Un ulteriore tentativo di dare un impulso all'alfabetizzazione fu quello condotto da un'équipe di Paulo Freire attraverso le direttive della sua pedagogia attiva e dialogica che però non dette i risultati sperati per un motivo molto semplice: la lingua. Infatti, si continuava con il portoghese che è l'idioma dei figli dei coloni e degli "assimilati", ma non della popolazione, che continua a usare una ventina di lingue etniche. In questo mosaico di lingue, il Criolo si é imposto come lingua nazionale, parlato come lingua materna e come seconda lingua da più della metà della popolazione e compreso da quasi tutta la popolazione nata dopo l'Indipendenza (1974).
Oggi il sistema scolastico ufficiale è simile a quello italiano: scuola primaria, secondaria e universitaria (poche facoltà, pubbliche e private, presenti nella capitale Bissau). Ma una scuola così concepita è lontana dai valori, tradizioni e culture locali ed è staccata dalla realtà in cui opera. Per questo motivo, in Guinea Bissau come altrove in Africa, si cercano modi di alfabetizzazione in sintonia con contenuti, esigenze e tempi legati agli ambienti in cui si propone l'insegnamento. Una lingua è comunicazione, memoria collettiva di un popolo e, come scrive p. Luigi Scantamburlo, nella prefazione del "Dicionário do Guineense", "Le lingue sono create dagli uomini e ogni parola è parlata al suo inizio da un individuo, oppure da un gruppo limitato di persone e, accettata dagli altri, entra poi nel sistema linguistico adattandosi alle regole che già esistono o anche iniziando un processo di modificazioni. L'importante è che la nuova parola abbia un legame con l'oggetto o il concetto espresso e rispetti le regole del proprio sistema linguistico".
Il Guineense è una lingua compresa e parlata da parte di un popolo multilingue, composto di varie etnie, ognuna con una propria lingua. Ed è il risultato di una combinazione di elementi linguistici portoghesi e indigeni che si sta cercando di trasformare in lingua nazionale anche di fronte alle difficoltà della lingua portoghese ad assumere il compito di lingua di comunicazione interetnica". Questo "Dicionário do Guineense" interesserà soprattutto gli studiosi, ma sicuramente attirerà l'attenzione di molti sulla Guinea Bissau, Paese povero tra i poveri, con una priorità assoluta: consentire alla sua gente di partecipare alla vita della comunità nazionale divenendone membro attivo attraverso il proprio linguaggio.
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