Quando Morena, infermiera, era in Guinea Bissau con ABC Italia (2002-2004) si occupava di sanità aiutando, anzi gestendo, il Centro di Recupero Nutrizionale di Mansoa. Oggi non abbiamo le competenze adeguate per poterlo fare, anche se ci piacerebbe tanto "resuscitare" quella struttura che, nel tempo, soprattutto per colpa dell'assenza di una strategia avanzata adeguata (i controlli del personale infermieristico della Direzione Regionale Sanitaria nei villaggi e il dirottamento dei bambini denutriti verso il Centro di Recupero) ha visto diminuire sempre di più i suoi pazienti (abbiamo memoria lunga e, dunque, non è detto che nei prossimi anni il progetto non venga ripreso!). Morena collaborò anche ad un altro progetto, "Per la salute e la lotta contro l'AIDS in Guinea Bissau", e "A, B, C" garantì, fino a quando non subentrò un altro progetto, il latte artificiale necessario per far sopravvivere una cinquantina di bambini ai quali le loro mamme, portatrici del virus HIV, non potevano dare il loro latte.
Ciò nonostante ci stiamo occupando egualmente di sanità seguendo le persone che sono a noi vicine, e che ce lo chiedono, con medicine e cure. Ad esempio, abbiamo garantito ai nostri amici di ABC GB una opportunità: rinunciare a qualche rimborso per avere l' opportunità di avere il diritto alla salute per se stessi, per moglie, marito e figli e aiutando, con medicine e cure, i casi più difficili, soprattutto di bambini. Alla piccola Gioia, invece, caduta nel fuoco e con i suoi piccoli piedi ustionati, abbiamo dato la possibilità di camminare di nuovo, dopo le opportune cure mediche e due interventi chirurgici a Dakar, in Senegal.
In Guinea Bissau, paradossalmente, la salute è tra i problemi meno sentiti. In quella realtà il vivere giorno per giorno nel presente ti aiuta a sopravvivere, percepisci di più l'effimero e meno l'esigenza di "durare" il più possibile che ti sussurra "vivi".
Noi pensiamo che tutti siano importanti, ma che questi amici lo siano in maniera particolare. Lo sono perché gli vogliamo bene e perché sono un "capitale umano" in competenze, organizzazione, fiducia reciproca costruita giorno per giorno. Quanti anni di lavoro, quanti sacrifici, quanti denari (che hanno versato i soci) messi a repentaglio da un raffreddore trascurato, che diventa bronchite cronica e poi, anche per la scarsa alimentazione (quasi esclusivamente riso), tubercolosi.
Siamo sconfinati nel paradossale, ma quest' impostazione del discorso ci ha aiutato a farne passare un altro che a noi sembra scontato ma che in Africa e, soprattutto, in Guinea Bissau, dove si muore in media a 43-45 anni, non lo è assolutamente. Mica male, per uno che sa di dover morire... tra poco.. pensare di rinunciare ad un aumento di rimborso di 10.000 Cfa al mese veri, riscuotibili sull'unghia, per avere l'ipotetica (in caso di malattia) garanzia sanitaria di ABC Italia (anche se non siamo certo la mutua).
Insomma, e non vogliamo essere noiosi o saccenti, si comincia a pianificare la vita, a programmare il futuro, non si vive più, soltanto ed esclusivamente, l'oggi. E allora, se è vero che si perde la naturalità, l'istintività, non si può negare che se sviluppo ci deve essere non si può rinunciare alla pianificazione. Cominciare a tentare di pianificare la propria sopravvivenza è il primo passo verso lo sviluppo! O no?
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