Qualcuno ha detto: "Non bisogna fare cose eccezionali, ma eccezionalmente bene cose normali". Giusto, ma, aggiungiamo noi, non in maniera banale, bensì con originalità e impegno.
E' quanto facciamo nella Repubblica di Haiti dove, in collaborazione con la fondazione "Lakay Mwen", affidiamo gli alunni della scuola "Institution Mixte la Providence de Sibert" che si trova a Port au Prince.
La scuola, che accompagna gli alunni dalle elementari alle superiori, è l'unica, nel desolato quartiere Sibert, dove possono andare anche i ragazzi poveri, perché non si paga.
Ma una scuola, per funzionare bene, ha bisogno di molte cose, soprattutto degli insegnanti, corsi di aggiornamento per i professori, libri, quaderni, banchi, ecc. Con l'affido a distanza si può dare a questi giovani una possibilità di vita in più, un'alternativa! Si tratta di sottrarli alla strada e alla semischiavitù dei "rest avek", in pratica giovani "servi" ai quali tocca fare le pulizie, lavare il bucato, cucinare... per pochi Gourde (la moneta locale) al giorno o un pasto.
Vogliamo soltanto precisare che Haiti non è Tahiti e che non siamo nella Polinesia francese, bensì dall'altra parte dell'"America", nei Caraibi. Ma non quelli turistici, piuttosto quelli disperati e affamati. Per la precisione, nella parte miserabile dell'isola di Hispaniola, davanti a Cuba e ad un'ora di volo da Miami.
Dunque, Haiti non è Tahiti perché ad Haiti 118 bambini su 1.000 non arrivano ai 5 anni, perché molte mamme muoiono durante il parto o per le complicazioni successive, perché della fame e della disperazione di quest'isola, fuori dalle rotte del turismo esotico, non parla nessuno.
Così lavoriamo. Tutto ciò rafforza la nostra convinzione che i valori, anche etici, si manifestano e si realizzano attraverso le scelte concrete, operative ed economiche.
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