La zona dove sono la fondazione "Lakay Mwen" e la scuola "Institution Mixte la Providence de Sibert" si trova a 20 minuti di strada da Cité Soleil, la baraccopoli più violenta e malfamata di Haiti. Lì vivono, in condizioni pietose, più di 200.000 persone ammassate in circa 3 kmq di territorio. Questi luoghi, fino a poco più di 25 anni fa, erano interamente coltivati a canna da zucchero, ma nel 1986, quando Jean Claude Duvalier, alias Baby Doc, andò al potere, decise di cacciare la compagnia statunitense "proprietaria" della piantagione. Al posto della canna da zucchero cominciarono a spuntare baracche e piccole case in muratura: un' occupazione selvaggia dell'area, da parte di poveracci, opportunisti, piccoli rais di quartiere e altri, che trasformò la zona rurale in una delle periferie degradate di Port-au-Prince. Il quartiere, oggi, non è come l'immensa baraccopoli "Cité Soleil", ma sta sulla "buona" strada, anche perché il forte inurbamento e le terribili condizioni di vita della gente preludono ad un imbarbarimento dei rapporti sociali.
La Fondazione "Lakay Mwen" è guidata da Maurizio Barcaro. La nostra amicizia con lui cominciò nel maggio 2005 quando ci inviò questa e-mail: "Mi chiamo Barcaro Maurizio, sono di Milano e vivo da 11 anni in Haiti dove ho fondato e dirigo la Fondazione 'Lakay Mwen'. I fini della Fondazione sono quelli di venire incontro ai bisogni immediati delle fasce più povere della popolazione: vecchi, donne e bambini. Abbiamo una casa-accoglienza per anziani, handicappati e abbandonati, che raccogliamo per le strade di Port-au-Prince, una scuola elementare-media che ospita 450 bambini poveri dei quartieri circostanti e aiutiamo anziani, vedove e bambini del vicinato nei loro bisogni più immediati: medicinali, cibo, vestiti, soldi per l'affitto ecc.
Benché Haiti sia uno dei paesi più poveri al mondo, e il più povero delle Americhe, mi sorprende che a parte alcune organizzazioni legate all'ONU (UNICEF, PAM...) non si ricevano aiuti da Organizzazioni ONLUS o ONG, eppure c'e così tanto da fare. Il Paese è disastrato economicamente e politicamente. Attualmente Haiti sta vivendo uno dei momenti più difficili della sua storia, la gente muore letteralmente di fame e malattie e migliaia di bambini non possono andare a scuola.
I nostri anziani li raccogliamo per lo più nel cortile dell'ospedale generale, sono malati o abbandonati dalle famiglie, troppo povere per sostenerli. Se sono malati non possono pagarsi le cure e allora aspettano un miracolo o la morte. I nostri bambini vengono da famiglie in miseria, principalmente mamme con 5-6 figli, senza marito, senza lavoro e senza niente, che passano le giornate a fare la spola fra varie missioni in cerca di aiuti e vivono in miserabili baracche dove manca tutto.
Chiedo il vostro aiuto per sostenere le nostre attività e alcuni progetti che abbiamo in cantiere
- Allevamento di polli e capre: un progetto nel quale saranno coinvolti alcuni dei miei anziani più arzilli e diversi giovani della scuola. In futuro potrebbe diventare fonte di autosostegno parziale per la missione
- Scuola Superiore: usando la scuola al pomeriggio potremmo dare la possibilità a 300 giovani di continuare gli studi per conseguire il diploma. Il 70% dei bambini (quelli che possono andare a scuola) si fermano dopo il primo ciclo (elementari-medie) perché le famiglie non possono pagarsi rette e materiale per loro. Per questo progetto avrei bisogno di 6.500 Euro per pagare 10 insegnanti per 10 mesi di scuola.
- Piccole attività commerciali: microcredito a tante mamme vedove o abbandonate con il quale potrebbero cominciare delle piccolo attività commercianti (ambulanti) attraverso le quali potrebbero sostenere in parte la famiglia ma sopratutto riacquistare una certa dignità personale e un po' di speranza.
Haiti è un paese molto povero ma se ne sente parlare solo quando c'e qualche colpo di stato o una catastrofe naturale... non dimentichiamo che qui si 'sopravvive' giorno dopo giorno, non li abbandoniamo. I miei progetti non risolveranno certo i problemi del Paese, ma rendono la vita più dignitosa a molte persone. Grazie per avermi ascoltato, spero in una vostra risposta, cordialmente, Maurizio". La risposta c'è stata.
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