L'art. 231 della nuova Costituzione Brasiliana riconosce il diritto degli indios al possesso permanente della terra che abitano e delle risorse naturali in essa contenute. Gli indios sono però definiti dal Codice Civile "relativamente incapaci", come i giovani tra i 16 e i 21 anni. Questo significa che essi, pur godendo dei diritti politici, per stipulare, ad esempio, un contratto per la vendita dei loro prodotti, hanno bisogno dell'assistenza di un organismo governativo di tutela, la FUNAI (Fondazione nazionale degli Indios). Nel 1973 fu approvato lo Statuto indigeno nel quale si stabiliva che i territori indigeni dovessero essere demarcati entro la fine del 1978. Ancora oggi la maggior parte delle terre devono esserlo. Comunque, demarcati o meno, i territori indigeni sono stati invasi da allevatori di bestiame, compagnie minerarie e coloni bianchi. Il dramma delle etnie del Brasile non è che l'ultimo capitolo di una conquista delle Americhe da parte degli europei e dei loro discendenti. Oggi, in mancanza di un censimento completo delle popolazioni indigene, le stime ufficiali indicano in circa 230.000 il numero degli Indios, un quarto dei quali insediato in aree extra amazzoniche. In 400 anni sono scomparsi più di 700 gruppi etnici, dall'inizio del secolo più di 90 su 230. ![]() ![]() |